mercoledì 5 novembre 2008

La vittoria di Obama è la vittoria dei diritti umani

Barak Obama è il nuovo presidente. Oggi è un grande giorno di festa. La festa degli emarginati, degli esclusi, delle minoranze, degli immigrati, degli africani, dei disabili, dei bambini, dei vecchi, dei più poveri. A loro Barak Obama ha offerto la possibilità di tornare a sperare. E loro lo hanno ricambiato con una partecipazione straordinaria. E' stata una rivolta popolare contro l'ingiustizia, le discriminazioni, l'arbitrio, la prepotenza e l'arroganza.

Con loro ricominciamo a sperare anche noi. Cambiare è difficile ma non impossibile. Contro chi ci vuole dividere in ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, in fortunati e sfortunati, in italiani e stranieri, in bianchi e neri, in privilegiati ed esclusi, in legali e illegali oggi abbiamo una possibilità in più di ricominciare a sperare in una vita e in un mondo più giusto e pacifico.

Oggi festeggiamo la fine di un governo che ha fatto tanto male agli americani, all'America e al mondo intero. Oggi festeggiamo l'inizio di una grande opportunità di cambiamento.

La vittoria di Barak Obama è la vittoria dei diritti umani. Non è la vittoria di un partito o di una ideologia. E' una vittoria molto più ampia e profonda. E' la vittoria di un nuovo modo di fare politica, di un'altra agenda della politica, di un nuovo modo di considerare le persone, la gente, la società civile responsabile. E' la vittoria di tutti coloro che si impegnano quotidianamente per la giustizia, per l'uguaglianza, per la pace, per le pari opportunità, per promuovere tutti i diritti umani per tutti.

E' giunto il momento del cambiamento per gli Stati Uniti. Lo può essere anche per noi e per il mondo intero. Nessuno si deve aspettare miracoli. Le sfide sono immense. Ci saranno anche delusioni. Ma molto dipenderà anche da noi, dal modo in cui sapremo sfruttare questa straordinaria opportunità per accelerare il nostro cammino, in Italia e in Europa, sulla via della pace e della giustizia.

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