IL NULLA PER VOI
Notizie per uomini che non hanno paura di se stessi.
giovedì 1 febbraio 2018
giovedì 14 settembre 2017
LE SCUOLE - Estrapolato da "Genocidio Invisibile" di Silvano Agosti.
Accade quindi che istituzioni nate per soccorrere l’uomo finiscano per danneggiarlo o addirittura
sopprimerlo, o che l’infinito piacere di imparare venga sostituito dalla pratica poco amata dello
“studiare”.
Imparare è pratica naturale di evoluzione e crescita della personalità e procura emozioni delicate e favorevoli,
a volte perfino ineffabili. “Studiare” ovvero inserire di forza nel proprio apparato percettivo una serie di concetti e nozioni non chiamate dal desiderio, si rivela
invece a lungo andare una pratica perversa, capace solo di annullare
qualsiasi reale desiderio di
conoscere. Ma l’imparare nasce dalla brezza del desiderio e offre una risposta voluta, accolta con
gioia e con la partecipazione attiva di tutta la personalità.
“Studiare” per contro “costringe” una mente spesso riluttante, spesso estraniata, ad applicarsi
a nozioni e dati che non suscitano il
minimo interesse
e che quasi sempre sono lontani dalle reali necessità della persona.
Per
questo le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche o private, tradizionali e sperimentali, a un attento esame
delle loro strutture operative rivelano inquietanti analogie con
gli istituti di pena e a volte perfino
con i
campi di sterminio. La scritta “il lavoro rende l’uomo libero” di sinistra concezione nazista,
posta all’ingresso dei campi annunciati all’inizio come “campi di rieducazione” e divenuti ben
presto campi di sterminio, potrebbe dunque trovare un perfetto analogo nella scritta “l o studio rende l’uomo libero”.
Lo studio, nato per promuovere ed estendere la creatività e divenuto ben
presto uno strumento capace di estirpare qualsiasi creatività e di demolire ogni desiderio naturale
di
apprendere.
Imparare, apprendere, ampliare le proprie conoscenze del mondo si rivela come uno dei massimi
piaceri che la natura offre, mentre “studiare” è ormai
divenuto un tormento permanente. Cercherò di esemplificare una distinzione fondamentale tra i due procedimenti. Imparare corrisponde grosso modo al piacere di nutrirsi, magari scegliendo i cibi a seconda dei propri desideri, che poi assai spesso corrispondono alle necessità dell’organismo.
Studiare invece
corrisponde a un “trattamento sanitario obbligatorio” come se qualcuno lo programmasse così:
ore otto pane, ore 9 pasta, ore 10 carne, ore 11 verdure, ore dodici
frutta.
E così ogni giorno e, difronte a tentativi legittimi di disperazione o di ribellione della vittima di turno, l’”ingozzatore” non
senza innocente cinismo enunciasse la sua verità: “Guarda che se non
ti
nutri muori”. Un'evidente analogia accade nel nutrire spietata osservanza “dei programmi”. Sì, i ragazzi a scuola si annoiano, fingono di ascoltare, sono sempre meno capaci di esprimere una loro visione del mondo, ma “il programma è stato rispettato e ultimato”. Pian piano si è praticamente estinto ogni naturale
desiderio di sapere, e smarrito per sempre il piacere di “conoscere”.
N.B l'autore non ha conosciuto scuola fino all'età di 11 anni
Per conoscerlo e acquistare le sue opere suggerisco di cliccare qui.
venerdì 10 gennaio 2014
MEDITAZIONE
Un vecchio maestro un giorno si stancò delle lamentele del suo apprendista. Una mattina quindi lo mandò a prendere po 'di sale. Quando l'apprendista tornò, il maestro gli disse di mescolarne una manciata in un bicchiere d'acqua e poi di berlo.
'Che sapore ha?' ... chiese il maestro.
'Amaro', disse l'apprendista.
Il maestro ridacchiò e poi chiese al giovane di prendere la stessa manciata di sale e metterlo nel lago. I due camminarono in silenzio vicino alla riva e dopo che l'apprendista aveva agitato il pugno di sale nell'acqua, il vecchio disse: 'Ora bevi dal lago.'
Mentre l'acqua gocciolava mento del giovane, il maestro chiese: 'Che sapore ha?'
'Buono', disse l'apprendista.
'Hai sentito il sale?' Chiese il maestro.
'No,' disse il giovane. Allora il maestro si sedette accanto a questo serio giovane, e spiegò dolcemente,
'Il dolore della vita è sale puro, né più, né meno. E la quantità di dolore in vita rimane esattamente la stessa. Tuttavia, il grado di amarezza che noi gustiamo dipende dal recipiente in cui noi lo mettiamo.
Così, quando si è nel dolore, l'unica cosa che si può fare è di allargare il senso delle cose.
Smettere di essere bicchiere. Diventare un lago.'
'Che sapore ha?' ... chiese il maestro.
'Amaro', disse l'apprendista.
Il maestro ridacchiò e poi chiese al giovane di prendere la stessa manciata di sale e metterlo nel lago. I due camminarono in silenzio vicino alla riva e dopo che l'apprendista aveva agitato il pugno di sale nell'acqua, il vecchio disse: 'Ora bevi dal lago.'
Mentre l'acqua gocciolava mento del giovane, il maestro chiese: 'Che sapore ha?'
'Buono', disse l'apprendista.
'Hai sentito il sale?' Chiese il maestro.
'No,' disse il giovane. Allora il maestro si sedette accanto a questo serio giovane, e spiegò dolcemente,
'Il dolore della vita è sale puro, né più, né meno. E la quantità di dolore in vita rimane esattamente la stessa. Tuttavia, il grado di amarezza che noi gustiamo dipende dal recipiente in cui noi lo mettiamo.
Così, quando si è nel dolore, l'unica cosa che si può fare è di allargare il senso delle cose.
Smettere di essere bicchiere. Diventare un lago.'
sabato 21 dicembre 2013
sabato 9 novembre 2013
Alessandro Di Battista - perche' non abbiamo dato la fiducia al PD
Questo bel giovane è il grido a tutti gli ITALIANI ONESTI di CUORE e di BUON SENSO. Il resto ormai sono morti conniventi al malaffare, che da troppo tempo ha guidato questo paese. Condividiamolo perchè QUESTA VOCE RAPPRESENTA IL VERO CAMBIAMENTO che i giovani italiani meritano. Ascoltatelo, e se sentite sia giusto condividete...condividete
venerdì 17 maggio 2013
NOI SIAMO UNO ( Discorso di Pace e Fratellanza ) tratto dalla serie TV Babylon 5
Noi siamo Uno
L’universo parla molte
lingue diverse racchiuse in una sola voce. Non parla con la voce dei Narna, né
degli Umani o dei Centauri, né dei Gaim, né dei Nimbari. L’UNIVERSO parla con
voce di speranza, parla con voce di fiducia, parla con voce di forza e voce di
compassione; parla con la voce del cuore e con la voce dell’Anima, esprime tutto
questo con una sola voce: è la voce dei nostri antenati che parlano attraverso
di noi; è la voce dei nostri eredi che aspettano di nascere. E ci pare di
sentirla questa voce, mentre dice: noi siamo UNO, qualunque siano le nostre
origini.
A prescindere dalle
nostre diversità, a prescindere dalle fedi che professiamo, noi siamo UNO. Siamo
tutti soggetti al dolore, siamo tutti soggetti alla paura, siamo tutti soggetti
ad un futuro ed a una incognita. Noi siamo UNO, figli dello stesso Universo,
figli della stessa causa.
Raccogliamo dunque
questo messaggio di Pace e di Rispetto tra i popoli. Rendiamoci disponibili gli
uni verso gli altri. Impariamo ad Amarci e a Confrontarci poiché ogni voce
acquisita ci arricchisce e ci nobilita e ogni voce persa ci immiserisce.
Noi siamo la voce dell’Universo,
l’Essenza della creazione, la fiaccola che illuminerà il percorso verso un
futuro migliore.
Noi siamo UNO.
Noi siamo UNO.
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